FAQ Assegno di Inclusione
Risposte rapide alle domande più frequenti sui pagamenti dell’ADI.
1. Quali spese consente la Carta ADI e quali sono i divieti principali?
La Carta ADI copre le esigenze quotidiane del nucleo: spesa alimentare, prodotti per la casa, abbigliamento non di lusso, trasporti e piccoli regali sono ammessi se il pagamento avviene tramite POS fisico in Italia.
Restano bloccati gli esercenti classificati su categorie vietate dal ministero, come giochi con vincita, tabacchi e derivati, articoli pirotecnici, alcolici, armi, servizi finanziari o di trasferimento di denaro, gioiellerie, pelliccerie, servizi portuali e gallerie d’arte.
All’interno di queste regole puoi destinare il budget anche a tecnologia, accessori, prodotti per la casa o servizi pensati per la famiglia, come suggerito dalle guide ai regali di Natale con la Carta ADI.
Fonti: Carta ADI: come funziona e cosa si può acquistare?, Regali di Natale con Carta ADI: 6 idee da mettere sotto l’albero
2. Posso usare la Carta ADI per PagoPA e altri bollettini online?
Gli utenti confermano che dall’app IO è possibile pagare bollettini PagoPA scegliendo la Carta ADI come carta Postepay: funziona per tasse automobilistiche, mense scolastiche, tributi universitari e in generale per i pagamenti verso la pubblica amministrazione.
La carta non è salvabile tra i metodi preferiti, quindi i dati vanno inseriti ad ogni operazione, ma si tratta dell’unico scenario online attualmente consentito: gli acquisti e-commerce restano bloccati.
Fonti: Carta ADI e pagamenti PagoPa: posso pagare bollettini online?
3. È possibile pagare il corriere in contrassegno con la Carta ADI?
Il contrassegno nasce per i pagamenti in contanti e solo pochi corrieri (come BRT) portano con sé un POS abilitato alle carte al momento della consegna.
Se il corriere dispone del POS e il bene rientra tra quelli consentiti, la Carta ADI può essere utilizzata, ma è bene verificare prima con l’e-commerce e con il corriere perché il servizio è ancora raro.
Ricorda inoltre che la carta non è accettata per i pagamenti online e che gli articoli vietati (giochi, tabacchi, alcolici, servizi finanziari, gioielleria, pellicceria ecc.) fanno fallire l’operazione anche alla consegna.
4. Posso acquistare vestiti e accessori con la Carta ADI?
Nei negozi fisici puoi comprare abbigliamento con la Carta ADI perché non rientra tra i divieti previsti dalla normativa.
Restano però esclusi capi di pellicceria e articoli di gioielleria: le transazioni verso POS classificati in queste categorie vengono bloccate.
Gli acquisti devono avvenire in presenza: la carta non funziona per pagamenti online, all’estero o tramite servizi di direct marketing.
5. La Carta ADI funziona in ristoranti, bar e gelaterie?
Sì, ristoranti, pizzerie e pasticcerie accettano normalmente la Carta ADI, purché non siano registrati come esercizi dedicati ai beni vietati.
Locali ibridi (ad esempio bar-tabacchi o wine bar) possono essere rifiutati perché il loro Merchant Category Code coincide con categorie vietate come tabacchi o vendita prevalente di alcolici.
Se il pagamento viene respinto, chiedi se è disponibile un POS alternativo o rivolgiti a un esercente differente: il blocco dipende dalla classificazione del negozio, non dal conto.
6. Come posso usare la Carta ADI per fare regali?
Le idee regalo consigliate includono tecnologia e gadget digitali, piccoli elettrodomestici e accessori utili: sono tutte spese ammesse dal circuito Mastercard della Carta ADI.
Sono validi anche corsi, ingressi a centri benessere e ceste natalizie o prodotti tipici, a condizione che il negozio non rientri in una categoria vietata.
Vale sempre la regola generale: niente alcolici, articoli di lusso o servizi finanziari, anche quando fanno parte di un regalo.
Fonti: Regali di Natale con Carta ADI: 6 idee da mettere sotto l’albero
7. La Carta ADI può essere pignorata o subire trattenute?
Le somme caricate sulla Carta ADI sono impignorabili perché l’art. 545 del codice di procedura civile tutela i sussidi destinati al sostentamento.
Fa eccezione il recupero degli indebiti legati al Reddito di Cittadinanza: l’INPS può trattenere una quota dell’ADI finché il debito pregresso non è estinto.
Altre forme di pignoramento (conto corrente, quinto dello stipendio) restano possibili su redditi ordinari, ma non toccano direttamente la carta di inclusione.
8. Cosa devo fare se perdo la Carta ADI o il PIN?
Per il solo PIN basta recarsi in un ufficio postale abilitato, compilare il modulo dedicato e attendere l’invio del codice sostitutivo all’indirizzo di residenza.
Se smarrisci la carta devi bloccarla immediatamente contattando il numero verde 800 003 322 (oppure +39 06 4526 3322 dall’estero) e annotando il codice di blocco fornito dall’operatore.
Dopo aver presentato denuncia alle autorità competenti, potrai richiedere in posta una nuova carta portando documento d’identità e copia della denuncia: il saldo residuo verrà trasferito sul duplicato.
9. Come funziona l’individualizzazione della Carta ADI per i membri del nucleo?
Ogni maggiorenne del nucleo può ottenere una Carta ADI personale, così da gestire in autonomia una quota dell’importo mensile.
La richiesta si può presentare durante la domanda iniziale oppure successivamente compilando il modello ADI-com esteso; in quest’ultimo caso la nuova carta viene emessa entro circa 60 giorni.
Il limite di prelievo rimane di 100 euro per carta, moltiplicato per la scala di equivalenza del nucleo (ad esempio due carte con scala 1,6 permettono di prelevare fino a 80 euro ciascuna).
Fonti: Richiesta individualizzazione Carta ADI: è possibile?
10. Perché la Carta ADI viene rifiutata in alcuni negozi?
Il POS legge i Merchant Category Codes: la carta funziona solo presso esercenti che non vendono prevalentemente beni o servizi vietati dal ministero.
Può capitare che in stazioni di servizio o pasticcerie la transazione passi anche su prodotti controversi, mentre bar-tabacchi o enoteche vengano bloccati perfino per consumazioni lecite.
Aggirare il blocco non elimina la responsabilità: acquistare beni vietati espone al rischio di controlli e alla possibile revoca del sussidio, quindi conviene attenersi all’elenco ministeriale.